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Come coltiviamo la terra

Un prodotto di qualità può essere ottenuto solo in un ambiente di qualità

Vediamo di capire come funziona concretamente a Cavarena

  1. Accettare che non si coltiva soltanto ciò che dà il reddito più alto. E allora, non solo vigne!… Abbiamo scelto di mantenere anche l’uliveto nonostante non sia redditizio. E si devono anche lasciare spazi liberi da coltivazioni per fare crescere prati con i molti fiori spontanei o gli arbusti dove possibile.
  2. Per la concimazione usiamo prevalentemente letame che proviene dalle stalle della vicina Lessinia che è a pochi km sopra Cavarena. Lo teniamo a maturare anche 2 anni per distribuire al terreno humus stabile e duraturo.
  3. La difesa fitosanitaria è basata principalmente sulla prevenzione. Con frequenti sfogliature manuali sulla vite per arieggiare i grappoli. Ad integrare le buone pratiche utilizziamo agrofarmaci ammessi nei protocolli di difesa Biologica (Rame, Zolfo, Argille per trattamenti fogliari, Microrganismi antagonisti). Monitorando attentamente il verificarsi di condizioni avverse in modo da limitare il numero di trattamenti e soprattutto la quantità di prodotti distribuiti.
  4. Favoriamo l’inerbimento spontaneo di tutta la superficie coltivata, evitando lavorazioni meccaniche anche sulla fila perché, in collina, innescano dannosi processi di erosione del suolo.
  5. Tagliamo l’erba rispettando le corone e facendo attenzione agli intervalli di sfalcio, per mandare a seme i fiori spontanei indispensabili per gli insetti pronubi troppo spesso dimenticati.
  6. Lasciamo residui colturali in superficie oltre a fascine di ramaglia dove possibile per stimolare lo sviluppo di tutti gli insetti detriticoli.
  7. Abbiamo costruito una grande cisterna di raccolta dell’acqua piovana che proviene dai tetti e dai piazzali. Ciò consente di effettuare interventi di microirrigazione di precisione: poca acqua solo nelle stagioni in cui la siccità supera la soglia di criticità.
  8. Abbiamo deciso di avere un gran numero di varietà sia nel vigneto (9 varietà) rimettendo in coltivazione anche antichi vitigni che erano stati abbandonati perché poco produttivi, che nell’oliveto (11 cultivar).
  9. Abbiamo scelto di mantenere tutti i muri di pietra presenti in azienda nonostante richiedano molta e costosa manutenzione. Ne abbiamo anche costruito di nuovi. Le chiamiamo “marogne” e costituiscono un virtuoso riparo per moltissime forme di vita sia animale che vegetale.
  10. Lasciamo l’ultimo punto alla cosa più importante: in natura non esiste la certezza. Le stagioni sono una diversa dall’altra e i prodotti devono riflettere tale diversità. Il consumatore pretende di avere sempre lo stesso prodotto e non vi è nulla di più sbagliato… Facciamo del nostro meglio per dedicare un po’ del nostro tempo a spiegare a chi ci fa visita che dobbiamo andare in profondità nella comprensione e accettare le regole della natura.
    La ricompensa è grande: godremo di alimenti buoni, sani e onesti.
    In una parola: autentici.

IL NOSTRO IMPEGNO PER L’AMBIENTE
Abbiamo deciso di non acquisire la certificazione Biologica.
È perché il “Bio” che pur è in espansione, ha perso nel tempo gran parte dei significati originari diventando per lo più uno strumento di marketing per vendere meglio i propri prodotti. Molta carta… poca sostanza.
Abbiamo invece deciso di certificare la nostra azienda secondo il protocollo BIODIVERSITY FRIEND® (www.biodiversityassociation.org) che a nostro giudizio affronta il tema della sostenibilità in agricoltura con una modalità oggettiva e riscontrabile.

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